Ha lavorato per più di tre decenni esposto ad amianto che non gli ha lasciato scampo e nel 2017 lo ha fatto morire. I familiari della vittima, un anconetano di 77 anni, hanno vinto in questi giorni una causa contro la Fincantieri, dove l’uomo era impiegato come carpentiere, condannata dunque a risarcire moglie, figli e nipoti per più di 600mila euro.

L’uomo è stato esposto ad amianto lavorando a bordo delle navi in costruzione nello stabilimento nel porto di Ancona: secondo i familiari, l’esposizione all’amianto causò alla vittima l’asbestosi, patologia tipicamente correlata alla fibra, sfociata nello sviluppo di un grave carcinoma polmonare che lo ha portato al decesso sei anni fa.

Esposto ad amianto, risarcimento di 600mila euro ai familiari

La famiglia della vittima ha prima di tutto ottenuto il riconoscimento da parte dell’Inail, con la liquidazione della rendita in favore della vedova, e poi ha chiesto alla Fincantieri SpA il risarcimento del danno. Da una perizia medico legale è risultato che la morte fu dovuta proprio all’amianto utilizzato nel cantiere dove l’uomo ha lavorato per oltre 30 anni.

Alla moglie spetteranno 224mila euro di risarcimento, cifra che comprende sia i danni richiesti come erede sia quelli sofferti personalmente. Ai due figli invece sono stati liquidati 183.500 euro ciascuno. Infine ai quattro nipoti spettano 12mila euro ciascuno. La moglie, oltre alla rendita Inail, ha ottenuto anche il Fondo Vittime Amianto che si somma alla pensione di reversibilità.

Le testimonianze: amianto usato nei cantieri senza restrizioni

L’azienda ha tentato di negare le proprie responsabilità ma durante il processo sono stati sentiti come testimoni i colleghi di lavoro del defunto (i pochi ancora rimasti in vita, perché tutti gli altri sono deceduti per mesotelioma, tumore del polmone, asbestosi e altre malattie riconducibili all’esposizione all’amianto) i quali hanno riferito che il materiale pericoloso è stato utilizzato senza restrizioni nel cantiere navale di Ancona: la vittima e gli altri operai, in sostanza, non indossavano mai le maschere protettive.