La Procura di Trento ha aperto un fascicolo sui lavori per la costruzione del bypass ferroviario del capoluogo di regione, finanziato con fondi proveniente dal Pnrr. L’indagine per ora è a carico di ignoti e si procede per disastro ambientale e inquinamento. Le indagini, nate in seguito ai numerosi esposti presentati dai comitati, sono affidate all’Appa e al Noe dei carabinieri. Gli inquirenti intendono chiarire lo stato di inquinamento dell’area dei lavori, che attraversa siti inquinati come le aree ex Sloi e Carbochimica.
Bypass ferroviario, un progetto ferroviario da un miliardo e 300 milioni di euro
Nel 2022 era stato sottoscritto un accordo per mitigare l’impatto ambientale del cantiere, garantendo la sicurezza di lavoratori e cittadini. Il progetto del bypass ferroviario di Trento è al momento il più importante in termini finanziari del territorio della provincia di Trento: un investimento di un miliardo e 300 milioni di euro per la realizzazione di un corridoio commerciale su rotaia del Brennero, mirato al trasporto di merci che fino a questo momento viaggiano su gomma. Nell’accordo dello scorso anno veniva sottoscritto il monitoraggio ambientale e geostrutturale, al fine di individuare tempestivamente i dati dell’inquinamento acustico e della diffusione di polveri con materiali pericolosi e potenzialmente cancerogeni.
Materiali pericolosi nelle coperture degli edifici
Sul cantiere sono arrivati anche gli ispettori provinciali dell’Uopsal per controllare come viene gestito l’amianto recuperato dopo la demolizione di alcuni edifici. In particolare i capannoni delle ex officine Tomasi, che saranno demoliti, presentano centinaia di metri cubi di copertura in Eternit, contenente appunto amianto. Non sono state mosse contestazioni o accuse a Rfi o al Consorzio Tridentum, l’associazione temporanea d’impresa che si è aggiudicata l’opera.
In una nota diffusa pochi giorni fa, le amministrazioni provinciale e comunale “confermano la assidua presenza degli Enti di controllo nel cantiere di quest’opera di grande rilevanza. Queste attività, assieme a quanto svolto dall’Osservatorio, garantiscono un alto livello di vigilanza sull’andamento dei lavori, su cui restano evidentemente ferme le prerogative di altre Istituzioni rispetto ad eventuali violazioni ambientali”.
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