Eternit bis. La Corte d’Assise di Novara ha condannato per omicidio colposo a 12 anni l’industriale svizzero Stephan Schmidheiny: era accusato della morte di 392 persone. Uno dei due pm aveva chiesto per lui l’ergastolo con isolamento diurno, mentre le difese avevano fatto richiesta per l’assoluzione. In aula erano presenti molti parenti delle vittime. Il processo sul caso Eternit a Casale Monferrato, nato dall’inchiesta della procura di Torino, si è diviso in quattro tronconi nel 2016 e questo ultimo atto si è disputato a Novara. Nonostante l’azienda non esista più da tempo, nella città piemontese ogni anno si ammalano di tumore da amianto ancora circa 50 persone.
Eternit bis, risarcimento alle famiglie di 100 milioni di euro
Stephan Schmidheiny era accusato di omicidio volontario con dolo eventuale, reato riqualificato dalla corte in omicidio colposo aggravato per la violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
L’imprenditore svizzero, che guidò lo stabilimento Eternit di Casale Monferrato tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, è stato anche condannato a circa cento milioni di risarcimento ai parenti delle vittime: 392 tra lavoratori della Eternit e cittadini che si ammalarono e morirono per effetto dell’amianto. Una parte di questa somma toccherà anche allo Stato Italiano, al Comune di Casale Monferrato e ai sindacati.
Dai sindacati “soddisfazione per la sentenza”
I segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Francesca Re David, Giorgio Graziani e Tiziana Bocchi hanno subito espresso soddisfazione per la sentenza che darebbe finalmente un nome e un cognome alla tragedia di Casale Monferrato legata al mesotelioma. Tuttavia i sindacati non nascondono preoccupazione per molti lavoratori perché “l’amianto continua ancora ad uccidere a distanza di oltre trent’anni, dobbiamo continuare a salvaguardare tutti gli occupati e gli ex esposti.
E’ inaccettabile registrare in Italia, ogni anno, oltre 4mila decessi a causa di patologie asbesto correlate; servono risorse economiche e strumenti normativi in grado di contrastare e debellare i danni alla salute e all’ambiente dovuti alla perdurante presenza dell’amianto nei luoghi di lavoro e di vita dei cittadini”.
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