L’ordinanza arriva dal sindaco di Romano Canavese, comune in provincia di Torino che conta quasi 3.000 abitanti,  con l’impegno preciso di rimuovere e smaltire i rifiuti speciali pericolosi (tra cui l’amianto) ancora presenti su edifici e strutture sia pubbliche che private, stimati complessivamente in 235 metri quadrati.

Parallelamente, il servizio tecnico comunale ha affidato l’incarico di togliere circa 108 metri quadrati di lastre di amianto di un basso fabbricato di proprietà comunale. Questi due interventi di bonifica ambientale di Romano erano stati preceduti negli scorsi anni da un intervento di rimozione di ben 400 metri quadrati circa delle lastre di eternit, alcune delle quali gravemente danneggiate e quindi potenzialmente ancor più pericolose, della copertura di una serie di box auto condominiali.  

Eternit anche nelle coperture di garage privati

Il sindaco del comune del torinese aveva firmato un’ordinanza di rimozione delle lastre di amianto notificata a tutti i 34 proprietari dei garage. Ai 22 dei proprietari della copertura più danneggiata dei box e quindi più pericolosa, il sindaco aveva concesso tre mesi di tempo per la rimozione delle lastre di cemento-amianto. Agli altri 12 proprietari dei garage, con lastre all’apparenza meno danneggiate, ha invece concesso 12 mesi di tempo per provvedere alla rimozione delle lastre di eternit ed alla loro sostituzione con una copertura non nociva per la salute dei cittadini. All’epoca, era il 2017, tutti i lavori si svolsero in sicurezza.

Amianto, l’allarme ambientale lanciato dall’Arpa

Il Comune di Romano Canavese ha firmato l’ordinanza a seguito della relazione inviata negli uffici preposti dal coordinatore dell’Arpa di Ivrea, con il parere conforme dell’Asl/To4, nella quale veniva richiamato il protocollo del dicembre 2012 della Giunta Regionale del Piemonte, in quanto era stato rilevato “un livello medio di esposizione alle fibre di amianto per la popolazione”. L’Arpa aveva infatti allora definito “scadente lo stato di conservazione” ed “in condizioni di degrado avanzato” le lastre in eternit più danneggiate, e richiesto di rimuovere entro tre mesi per evitare, allora come oggi, di mettere a rischio la salute dei cittadini romanesi.