La Corte di Appello di Firenze, con la Sezione Lavoro ha rigettato l’appello della Solvay che mirava a negare la responsabilità della società per la morte dell’operaio pisano Romano Posarelli, stroncato da un cancro del polmone causato dal contatto con l’amianto utilizzato nello stabilimento di Rosignano Marittimo (Livorno).

Il figlio dell’operaio, Massimiliano Posarelli, che è anche il coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Amianto a Rosignano è stato dipendente della stessa azienda e ora molto attivo in questa lotta. Con questa decisione del tribunale è stata dunque confermata la condanna civile per l’azienda: l’uomo è deceduto per essere stato costretto a passare molte ore al giorno a contatto con asbesto e materiali pericolosi.

La vittima a contatto con l’amianto per vent’anni

L’operaio morì il 18 novembre 2010 a 70 anni per un tumore al polmone che, per l’avvocato Ezio Bonanni, legale della famiglia e presidente di Ona, fu causato dall’esposizione professionale ad amianto nello stabilimento di Rosignano di cui era stato dipendente dal 1974 al 1993. Aveva lavorato come operaio tubista calderaio nello stabilimento Solvay, ed è stato stroncato da un cancro del polmone fulminante, provocato dall’amianto.

La famiglia ha cercato di avere giustizia, prima in sede penale, con il rinvio a giudizio del direttore per il reato di omicidio colposo, e poi, dopo la sua morte (che ha estinto il reato) con la prosecuzione della causa in sede civile e ora anche il secondo grado che conferma la condanna.

Ulteriore risarcimento alla famiglia della vittima di 120mila euro

Ona ha sottolineato la decisione di un risarcimento: i giudici di secondo grado hanno respinto il ricorso e hanno anche liquidato una ulteriore somma di circa 120mila euro che si va ad aggiungere al risarcimento danni di circa 570mila ottenuti con la sentenza del giudice del lavoro del tribunale di Livorno.

L’azienda, una multinazionale chimica, produce bicarbonato di sodio da oltre 100 anni. La sua presenza in Toscana ha causato l’inquinamento di un lungo tratto della costa a sud dell’abitato di Rosignano a causa dello sversamento in mare di gesso, calcare e metalli pesanti tra cui arsenico, mercurio, cromo, cadmio e piombo.