Il Centre Pompidou di Parigi, che ospita importanti collezioni di arte moderna e contemporanea, chiuderà per lavori alla fine del 2025 e riaprirà nel 2030. La ristrutturazione dell’immobile sarà imponente e come sottolinea il Ministero della Cultura francese sarà una vera e propria metamorfosi.

Dal punto di vista tecnico si conoscono già i vincoli: eliminare tutto l’amianto presente e rinnovare tutte le facciate, assicurare la sicurezza antincendio, garantire una migliore accessibilità per le persone a mobilità ridotta, e ora adempiere all’obbligo di sottoscrivere l’ottimizzazione ecologica.

Centre Pompidou, un investimento da 262 milioni di euro

Il  budget previsto per la bonifica e la ristrutturazione complessiva dell’imponente ed avveniristico edificio è di 262 milioni di euro. Nella facciata di questo, che è uno dei più importanti musei non solo di Parigi ma di tutto il mondo, sono state trovate ingenti quantità di fibre di asbesto, che possono causare tumori letali: l’amianto verrà interamente rimosso.

Anche in Francia, così come in Italia, per decenni questo materiale è stato usato anche in abitazioni ed edifici pubblici, senza protezioni e senza tenere conto delle conseguenze. L’intervento prevede anche il trattamento delle corrosione rilevata nelle componenti metalliche, la riparazione dei rivestimenti dei pavimenti e la sostituzione di tutti i serramenti. Il Centre Pompidou verrà anche ampliato: 21.000 metri quadrati in più sotto la piazza, al posto del vecchio parcheggio dei pullman dove nascerà una nuova Agorà per la creazione artistica e il dibattito culturale.

Lavori posticipati per le Olimpiadi

Inizialmente i lavori erano previsti dal 2023 al 2027, ma il museo ha ottenuto il rinvio di un anno per restare aperto durante i Giochi Olimpici del 2024 nella capitale francese e permettere ai tanti stranieri che accorreranno in città di visitarlo. Il trasloco delle preziosissime opere e la chiusura progressiva inizieranno nell’autunno del prossimo anno.

Il Centre Pompidou è stato progettato dall’architetto italiano Renzo Piano e dal suo socio Richard Rogers (scomparso nel 2021): venne inaugurato nel 1977 e la sua realizzazione occupò ben 6 anni. Nella sua storia l’edificio è già stato interessato da una parziale ristrutturazione curata dallo stesso Renzo Piano alla fine degli anni 90, per garantire la riapertura nella data simbolica del 1 gennaio 2000.