Fine di un incubo per due ex lavoratori della SGL Cabron, ai quali il Giudice di Ascoli Piceno ha riconosciuto il prepensionamento. Il lieto fine arriva dopo una storia giudiziale durata anni, e riconosce ai due ex lavoratori il diritto di andare in pensione anticipata data l’esposizione all’amianto prolungata, sul luogo di lavoro. I due si erano ammalati, ma l’INPS non aveva concesso loro il pensionamento a causa di un differente calcolo delle ore lavorate.

Una malattia asbesto-correlata dell’esposizione all’amianto

Dei due operai, M.A. e G. M. C., si conoscono solamente le iniziali, ma la loro storia sarebbe potuta essere quella di migliaia di altri lavoratori italiani in condizioni simili.

I medici hanno diagnosticato, per entrambi, una patologia chiamata placche pleuriche, notoriamente amianto-correlata e anche riconosciuta tale dall’INAIL. Questa patologia causa pesanti infiammazioni della pleura, ossia la membrana che riveste i polmoni. Nonostante spesso sottovalutata data la sua natura cicatriziale, questa condizione è davvero pericolosa e potrebbe portare anche a disturbi più seri come le neoplasie (sinonimo, alla fine, di tumore).

Un grosso errore nel conteggio delle ore da parte dell’INPS

Il problema per i due ex lavoratori è stato che l’INPS, l’ente predisposto al calcolo delle pensioni, aveva conteggiato un tempo di esposizione all’amianto sensibilmente minore rispetto a quella che poi si è rivelata la realtà. In questo modo, i due operai non raggiungevano i requisiti minimi per riconoscere loro la malattia professionale e dunque il prepensionamento.

Infatti, per il conteggio ai fini pensionistici, di moltiplicare per 1,5 il numero di settimane lavorate nelle condizioni che hanno poi causato la malattia.

In realtà, oltre alle ore di esposizione all’amianto riconosciute dall’INPS, i due avevano continuato  a lavorare per l’azienda per molti anni (uno dei due per ulteriori 14, addirittura), sempre nello stesso luogo e con le stesse mansioni, senza, è stato dimostrato, che l’azienda abbia mai intrapreso alcuna azione di bonifica dei suoi ambienti.

Ora finalmente i due operai hanno vinto la causa, con l’INPS che dovrà sobbarcarsi anche le relative spese giudiziarie.

Il commento dell’avvocato Enzo Bonanni

Questa sentenza del tribunale di Ascoli potrebbe rappresentare un bel punto di svolta per tutti i lavoratori alle prese con contenziosi simili.

Questo, in definitiva, il pensiero di Enzo Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto e legale dei due lavoratori:

“Le sentenze sono molto importanti perché affermano il diritto al prepensionamento in caso di malattia amianto che troppo spesso l’Inps e l’Inail continuano ad ostacolare, e che ci obbligano a dure battaglie da oltre 10 anni. Questi dispositivi che aprono le porte anche al prepensionamento dei lavoratori della Sgl Carbon spa di Narni ai quali l’Inail ha riconosciuto l’esposizione soltanto fino al 1992, mentre il Tribunale di Ascoli Piceno lo ha esteso fino al 2004”.