La lentezza delle bonifiche, l’inadeguatezza dei lavori e anche la trascuratezza delle istituzioni sta continuando a mietere vittime, nel mondo del lavoro, per patologie amianto-correlate. In Italia ormai messo al bando da 30 anni, sono ancora molti i siti contaminati da amianto in giro per il Paese. A livello di malattie professionali, ovvero sul posto di lavoro, la Regione Liguria si conferma quella con i dati peggiori, con ben il 45% delle malattie professionali denunciate che sono legate alla prolungata esposizione all’amianto.
Malattie professionali, Liguria maglia nera d’Italia
I dati ai quali si fa riferimento sono stati diffusi dall’Ufficio Economico CGIL Liguria, ma sono basati sui dati nazionali INAIL.
Negli ultimi 6 anni (periodo 2017/2022) sono state registrate ben 1070 denunce per malattie professionali, in aumento di quasi il 20% rispetto al periodo precedente (e superando anche regioni al top nell’industrializzazione come Piemonte e Lombardia).
Infatti, è proprio il settore secondario quello più soggetto a infortuni e malattie sul posto di lavoro (quasi il 90% dei casi), seguito da agricoltura e pubblica amministrazione.
257: questo il numero dei decessi amianto-correlati in Liguria
Sempre nel periodo considerato 2017/2022, nella sola Regione Liguria, sono stati accertati 569 decessi causati da malattie professionali. Di questo numero totale, ben 257 (pari al 45,2%) vengono accreditati a contaminazione da asbesto.
Numeri enormi, che potrebbero essere contenuti con un’attenta prevenzione da parte delle istituzioni e soprattutto con politiche attive di bonifica dei siti contaminati molto più veloci e decise.
A inizio marzo approvata la nuova Linea Guida Arpal
In una nota pubblicata lo scorso 8 marzo, l’ARPAL (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Liguria) era stata comunicata l’approvazione del prodotto “Linea guida per lo scavo, la movimentazione e il trasporto delle terre e rocce da scavo con amianto naturale e per i relativi criteri di monitoraggio”.
Come si legge nella nota, questa è una Linea Guida davvero molto importante, che si prefigge di “fornire indicazioni tecniche per il controllo e la mitigazione del rischio lungo tutta la filiera di realizzazione di opere e interventi, piccoli e grandi, in aree caratterizzate dalla presenza di amianto di esclusiva origine naturale, dagli studi e dalla pianificazione, agli interventi, alle determinazioni analitiche e ai monitoraggi”.
Veniva inoltre sottolineato come su base italiana, la Liguria sia una delle regioni con più rocce amiantifere a livello percentuale.
Queste nuove norme interessano sia cittadini che lavoratori, in quanto prima di ora, solamente per l’amianto antropico (ovvero quello utilizzato come materia prima per manufatti) esisteva una regolamentazione completa ed esaustiva, mentre per l’amianto “naturale”, rinvenuto nelle rocce e nei terreni durante gli scavi, non esisteva un regolamento nazionale.
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