La Commissione europea propone di modificare la direttiva sull’esposizione da amianto per i lavoratori a rischio. Si tratta di uno sforzo volto a evitare i danni alla salute da amianto, che ancora oggi miete molte vittime. Si stima infatti che l’amianto continui a provocare il 78% dei tumori professionali riconosciuti all’interno dell’Unione, sebbene tale materiale sia ormai bandito dal 2005.
Solo nel 2019 oltre 70 mila cittadini europei sono deceduti proprio a causa dall’esposizione da amianto e che attualmente continuino ad essere esposti, con potenziale rischio di danni alla salute da amianto, tra i 4 e gli oltre 7 milioni di lavoratori. Di questi il 97% è occupato nel settore edile mentre il 2% in quello della gestione dei rifiuti. E d’altra parte non è così improbabile che un lavoratore venga a contatto con tale materiale visto che l’amianto sarebbe ancora presente in più di 220 milioni di unità immobiliari in tutta Europa.
Cosa prevedono le nuove misure Ue contro i danni alla salute da amianto
Le modifiche che vorrebbe apportare la Commissione europea riguardano ad esempio la riduzione del limite di esposizione all’amianto, durante lo svolgimento del proprio lavoro, a un valore di 10 volte inferiore a quello attuale (ossia 0,1 fibre per centimetro cubo), e tutto questo sulla base degli sviluppi tecnologici e scientifici più recenti. Una misura, questa, per prevenire i danni alla salute da amianto perché è senz’altro la prevenzione una delle prime armi da mettere in campo.
Tra le altre misure, si punta anche ad aggiungere: un miglior sostentamento per le vittime, grazie al riconoscimento di altre malattie professionali e di patologie oncologiche collegate all’esposizione di amianto; una quantità maggiore di informazioni sull’amianto negli edifici, anche grazie alla registrazione della quantità di questo materiale presente nei fabbricati; una gestione dello smaltimento più sicura.
Gli Stati membri dovrebbero provvedere a recepire la direttiva entro due anni dalla pubblicazione. A tal proposito l’Unione europea è pronta anche a mettere a disposizione ingenti finanziamenti, attraverso la previsione di diversi strumenti: il Fondo sociale europeo Plus, il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Dispositivo per la ripresa e la resilienza.
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